Pil medio in crescita in Europa, ma l'Italia è l'unica che rimane in negativo

Anche i più ottimisti sono stati nuovamente smentiti dai nuovi dati pubblicati dalla rivista Interim Economic Assessment che confermano come solamente l'Italia si sia assestata al negativo per quanto riguarda le stime del Pil per l'Europa.

Si perché l'Italia, come sempre, deve dimostrare che la crisi è tutt'ora in atto, chiudendo con un bel -0,4% che la conferma ancora in negativo. Fa ridere pensare che invece le stime parlavano di una ripresa, si era ipotizzato addirittura un rialzo dello +0,5%. Ma ciò che impressiona è che anche nel 2015 le stime sono fortemente negative, dall'ipotesi iniziale del +1,1% ci si è dovuti ricredere abbassandosi ad un +0,1%, ovvero quasi nulla. Le ipotesi ovviamente sono state formulate da parte dell'Ocse l'organo che registra le stime sulla crescita del Prodotto Interno Lordo (Pil) di ogni singolo paese dell'Unione Europea.

Dal 2007, anno in cui la crisi economica è iniziata a tutti gli effetti, il Pil Italiano ha sempre chiuso in negativo, anche l'anno scorso infatti era stato registrato a -1,8%.


- Pil medio in crescita in Europa, ma l'Italia è l'unica che rimane in negativo - Stime Europee


Seppure l'Italia abbassa la media delle stime Europee, la crescita dalla previsione iniziale del +1,1% si assesta al +0,8%. Mentre per il 2015 dal precedente +1,7% ci si dovrà fermare al +1,1%. Crescita registrata per Francia con un timido +0,4%, Germania con +1,5% e Gran Bretagna con +3,1%. Anche la Spagna, riesce a collezionare un risultato in positivo con +1,3%. Insomma, l'Italia è l'unico paese del G7 che ha un risultato negativo sia quest'anno che il prossimo anno.

Anche l'America ha dovuto riequilibrare le sue ottimistiche stime passando dal +2,6% stimato in precedenza, ad un +2,1% che comunque fa registrare il Pil in positivo. Dati più incredibili arrivano da un'altra grande potenza mondiale, la Cina, il cui la crescita del Pil è stimata intorno al +7,3%.

Come al solito la ricetta per cercare di uscire dalla crisi è sempre la stessa: flessibilità e riforme sono infatti le parole chiave. La bassa inflazione che attualmente perpetua nell'Europa, rischia di abbassare ulteriormente il livello delle domande del prodotto, continuando ad aggravare il bilanciamento dei prezzi che continua ad essere rinviato a casa della bassa crescita e del tasso di disoccupazione che invece continua ad aumentare.

Anche la crescita nulla registrata per l'anno 2015 per l'Italia rischierebbe di continuare ad aumentare il peso del debito che già grava sulle spalle degli italiani da parecchi anni. cosa possiamo fare per rimediare?

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