Investire nelle industrie farmaceutiche

L’industria farmaceutica è da sempre particolarmente interessante per gli investitori. Sono numerose le aziende che si occupano di ricerca in questo settore, così come quelle che producono farmaci, quotata in borsa e che negli anni hanno offerto interessante remunerazione.

Con una pandemia che in gran parte del mondo è ancora in atto è chiaro che queste realtà si sono ulteriormente rafforzate; tutto il comparto sanitario sta godendo di un buon successo, in particolare poi le aziende direttamente coinvolte con cure e vaccini contro il coronavirus.

È chiaro che nessuno può conoscere gli avvenimenti futuri, quindi anche in questo ambito non vi sono certezze, come in tutti i tipi di investimento.

Quali società, come investire


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Anche se l’intero comparto economico correlato alla salute e ai farmaci offre interessanti opportunità di investimento è vero che negli ultimi anni alcune aziende hanno mostrato exploit importanti per quanto riguarda le quotazioni dei loro titoli in borsa.

Nello specifico stiamo parlando delle aziende che producono i vaccini contro il Covid 19, acquistati praticamente da tutti i governi mondiali. I nomi di queste aziende li conosciamo bene, perché tutti i media hanno parlato a lungo dei nuovi vaccini e dei nuovi farmaci nati in questi pochi anni, grazie alla ricerca e ai finanziamenti provenienti anche dai Governi di tutto il mondo.

Cerchiamo comunque di restare con i piedi per terra: basta guardare l’andamento delle azioni Pfizer per comprendere che dopo un primo exploit all’annuncio della nascita del vaccino l’andamento è stato poi altalenante, con aumenti e diminuzioni nel valore dei titoli. Lo stesso si può dire per i titoli di Moderna, di AstraZeneca e Johnson&Johnson.

Sebbene vi siano quindi buone speranze per il futuro, ciò che attira molti investitori in questo settore è soprattutto l’elevata volatilità dei titoli, il cui andamento è costantemente altalenante.

È bene quindi comprendere che nonostante il comparto sia particolarmente promettente, investire in questo settore porta con sé comunque forti rischi.

Il comparto farmaceutico


Oltre alle aziende che stanno producendo i farmaci e i vaccini contro il Covid 19 sono poi presenti altre aziende del medesimo comparto che stanno godendo dei medesimi successi per quanto riguarda le quotazioni in borsa. Questo perché si tratta di un intero comparto che sta interessando gli investitori, non solo dagli ultimi anni.

Tutto il mondo della sanità vive da decenni un buon successo, sui mercati così come in borsa. I farmaci, le forniture mediche in senso generale, i macchinari prodotti in questo settore, sono tutti prodotti il cui utilizzo è sempre maggiore.

La pandemia ha poi dato un ulteriore impulso a tale situazione; si pensi ad esempio al PNRR che si effettuerà nei prossimi anni nel nostro Paese, che prevede ingenti investimenti in ambito sanitario.

Tutti gli indicatori quindi fanno presagire un buon anno per il comparto farmaceutico anche per il 2022, senza che questo ci possa comunque garantire alcunché.

Come investire in ambito farmaceutico


Il modo più diretto per investire in questo settore consiste nell’acquistare titoli azionari di una società farmaceutica. Alcuni di questi titoli hanno mostrato negli ultimi anni degli aumenti incredibili, cosa che sta per certi versi allontanando alcuni investitori.

Ci sono poi fondi di investimento che usano il capitale raccolto proprio per acquistare titoli e obbligazioni in campo farmaceutico.

Il vantaggio di una scelta di questo tipo sta nella possibilità per l’investitore di lasciare il proprio capitale nelle mani di una società di gestione del credito, con esperti in grado di comprendere al meglio la situazione odierna e i cambiamenti cui stiamo andando incontro.

Ci sono poi piccole società che fanno parte del comparto farmaceutico e sanitario che offrono interessanti opportunità per l’investitore, senza per forza rivolgersi verso i titoli più conosciuti e rinomati.

Un investitore nel momento in cui sceglie la tipologia di investimento, deve sempre tenere conto del relativo livello di rischio, partendo dal presupposto che un elevato rendimento è sempre accompagnato da un’elevata volatilità e quindi dal rischio di subire importanti perdite, soprattutto nel breve periodo.

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