Paradisi fiscali un anno da ricordare per il segreto bancario

Trasferire il proprio denaro all'estero in qualche paradiso fiscale, così da ritrovarsi un giorno un bel gruzzoletto da parte è un sogno un po' di tutti. Purtroppo, adesso le cose stanno cambiando, o meglio cambieranno tra qualche anno, quando nel in conti correnti non saranno più un segreto per nessuno.

A renderlo ufficiale è stato il ministro delle finanze "Wolfgang Schauble" che ha indicato durante la conferenza le nuove leggi riguardanti il fisco, il segreto bancario e l'evasione delle tasse. L'accordo secondo il ministro è stato deciso da tutti. Infatti ben 51 sono stati i paesi a firmare per dire basta all'evasione fiscale causata dai paradisi fiscali nel mondo.


Quindi sarà l'era di chiusura di molti conti correnti che attualmente risiedono all'estero? Ad offrire la parola è intervenuto il ministro italiano "Pier Carlo Padoan" contento di aver partecipato a questa nuova riforma, che potrebbe portare vantaggi a tutti i paesi.

Evadere le tasse non solo è illegale ma è immorale:


L'evasione non è mai stata una cosa di cui vantarsi, prima di tutto per i problemi causati a chi opera in questo campo, in secondo luogo da ciò che potrebbe accadere se si venisse scoperti e terzo godersi la vita con soldi che non si hanno realmente guadagno, che senso avrebbe?

Paradisi fiscali anno da ricordare per il segreto bancario

Durante la firma del trattato erano presenti ben 51 paesi e tra questi anche le isole Cayman (uno dei paesi più utilizzato per lo scambio di denaro ed evasione) che registrano un cambio di tassazione davvero ridotto.

Anche la Svizzera ha voluto fare la sua parte dichiarando di uscire dalla lista nera dei paradisi fiscali e seguire le nuove leggi sulla legalizzazione del denaro e segreto bancario.

Perché dovrebbe giovare una scelta del genere?


Ad esempio, se prendiamo in considerazione l'Italia dove ci potrebbe essere un forte ritorno economico dei capitali che erano stati versati all'estero e di conseguenza un ritorno di soldi e nuove fonti di reddito su cui contare.

Comunque sia a quanto pare tutto parte ed è gestito dalla Germania, quindi se vogliamo sviluppi e aggiornamenti, non dovremo fare altro che aspettare le decisioni di Berlino e continuare a mantenere alto il livello d'allerta su questo campo.

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