Riforma pensioni: pensionati penalizzati, aumento età pensionistica e assegni bassi

Ciò che sta succedendo in Italia ha dell'incredibile, pensionati penalizzati, riforma delle pensioni in continuo cambiamento, età pensionistica in aumento ogni anno e assegni contributivi sempre più bassi! In poche parole possiamo affermare che ci stiamo dando la zappa sui piedi da soli, o sbaglio?

A quanto pare la reale colpa è da attribuire al nuovo sistema contributivo esteso; il quale sta rendendo la vita difficile a molte persone. Basta pensare all'ultimo aumento dell'età per andare in pensione, che è già stato programmato un rialzo di 4 mesi. La stessa sorte poi toccherà all'anno 2018 e 2019 con nuovi aumenti dell'età pensionabile. Quindi cosa succederà ai cittadini italiani con la nuova riforma delle pensioni? Chi subirà le peggiori conseguenze e a quanto ammonteranno gli stipendi finali?

Riforma pensioni pensionati penalizzati, aumento età pensionistica e assegni bassi


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Quindi se dovessimo fare un esempio, cosa cambia dalla vecchia riforma retributiva al nuovo metodo contributivo? La ex riforma retributiva prendeva in esame la media degli ultimi 5 e 10 anni; mentre il metodo contributivo prende in esame la somma versata durante la carriera lavorativa (praticamente tutti gli anni di lavoro effettuati) e calcolata per mezzo di coefficienti. Tutto questo molto probabilmente non farà altro che peggiorare la situazione economica di tantissimi pensionati.

Comunque sia, cosa succederà? Chi verrà penalizzato da questi nuovi sistemi di retribuzione?


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Sicuramente tutti i più giovani, come ad esempio le persone appartenenti ad una nuova generazione, verranno fortemente danneggiati. Questo succede perché, essendo entrati nel mondo del lavoro ad un età più avanzata ed oltretutto in ritardo, riceveranno un trattamento diverso dal vecchio emendamento previdenziale. Infatti per chi non lo sapesse le precedenti leggi sulla pensione e i soldi retribuiti non hanno niente a che vedere con quelli di adesso! Sappiate solo che le pensioni di oggi sono state dimezzate di oltre la metà! Per fare un esempio: un lavoratore autonomo, avente 61 anni di età, potrà ricevere solamente una pensione che varierà da un minimo di 590 euro, fino ad un massimo di 970 euro lordi ogni mese.

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Purtroppo tutto ciò accadrà alla stragrande maggioranza dei cittadini, visto il cambio le legge e le nuove generazioni. Queste penalizzazioni e dimezzamenti, inoltre colpiranno con maggiore interesse i cittadini precari o aventi una situazione di basse prospettive sociali. Non dimentichiamoci dei meno penalizzati, ma pur sempre danneggiati, che sono coloro che rientrano nel vecchio sistema, con 18 anni di contributi versati (anno 1995) o di coloro che per lo stesso anno non erano riusciti ad accumulare i 18 anni di contributi validi per la pensione (15 anni di contributi). Essi rientrano nel metodo misto cioè retributivo fino al 1995 e poi convertito in contributivo, fino all'età pensionistica.

Come evitare il problema e proteggersi da tutto questo? Se possibile...


Per controbattere queste leggi, purtroppo c'è poco da fare e molte delle volte la via è anche senza uscita. Comunque sia, l'unica strada percorribile è quella di attivare dei piani pensionistici personalizzati o aprire dei fondi pensione con tanto di Tfr in allegato (destinando il trattamento di fine rapporto ai fondi pensione, si potrebbe godere di un entrata, ma purtroppo anch'essa, sarà davvero misera. Questo non vi escluderà dalle tasse; infatti anch'essi verranno tassati, ma sicuramente ad un livello molto meno invasivo.

Ricordatevi che qualunque sia la vostra scelta è opportuno pensarci adesso (ancora prima di iniziare a lavorare); in questo modo ci si potrà rendere conto delle operazioni, capire realmente se quello attuato è il migliore investimento possibile, analizzare i costi di gestione, effettuare dei confronti adeguati e anche calcolare i rendimenti che si potranno avere. Questo ultimo passaggio, in parallelo ai costi delle tasse è sicuramente il più importante di tutti, quindi cercate sempre di non sottovalutarlo.

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