Ultime riforme pensionistiche – guida nuove pensioni, 35.000 nuovi posti di lavoro, quota 96 e licenziamenti nelle scuole

Oggi nella seguente guida cercherò di presentarvi le ultime riforme pensionistiche in Italia, le nuove pensioni anticipate, i licenziamenti nelle scuole che hanno generato i 35.000 nuovi posti di lavoro e le indicazioni sulla quota 96.

Ciò che salta subito all'occhio consultando il titolo della seguente guida saranno sicuramente le parole: 35.000 nuovi posti di lavoro; ecco questo punto è davvero ciò che ultimamente la gente sta cercando. Non parlo solo di docenti che andando in pensione cedono il proprio posto di lavoro ad altri professori, ma di vere e proprie riforme e ricerche riguardanti i nuovi posti di lavoro in Italia. Per quanto riguarda gli istituti scolatici, i personali amministrativi Ata e tutti i pensionati che firmeranno per la cessione del loro lavoro; i dati presentati sono i seguenti:

  • 20.000 posti di lavoro disponibili per le cessioni di servizio scolastico per i vari docenti italiani
  • 10.000 posti di lavoro disponibili per tutti i pensionati ormai propensi alla pensione d’ufficio
  • 5.000 posti di lavoro disponibili per le domande presentate dall'ente Ata e ulteriore personale amministrativo.


Tutte le domande di cessione, sono state consegnate e regolarmente approvate; di consueto le scuole hanno operato al fine di garantire il corretto funzionamento del sistema. Tutti i documenti e le domande di cessione sono state consegnate online, tramite il portale del Ministro dell’istruzione, indicato anche come: “Sidi”; il quale ha confermato i nuovi 35.000 posti di lavoro disponibili nelle scuole italiane.

Licenziamenti nelle scuole, domanda di cessione e nuove pensioni :


Anche sapendo che il vero ammontare della pensione cambierà, (se si dovesse lasciare il lavoro prima del previsto) visto che le penalizzazioni, andranno a ricadere proprio sulla pensione anticipata. Tutto questo al personale scolastico non interessa e per codesto motivo che hanno deciso di richiedere ugualmente l’uscita totale dal mondo del lavoro, avvalendosi a pieno regime dei requisiti d’età per andare in pensione e richiedere i contributi. Le domande sono state consegnate dai seguenti docenti e per le seguenti motivazioni:

Con già i requisiti per andare in pensione, prima dell’entrata in vigore della legge presente all'art. 24 del decreto numero 211, presentato nel 2011 (il quale riguardava la Quota 96 e la riforma Fornero) adesso sono appunto 20.000 i docenti che hanno presentato la domanda di pensione anticipata!

Per quanto riguarda il personale amministrativo e l’Ata, che attualmente contano circa il 25% delle domande è deciso di rimandare il tutto all'inizio del 2016; in quanto verranno completati i requisiti affermati secondo la riforma Fornero e completato i 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e i 41 anni e 6 mesi di contributi per le donne.

Infine è apparso anche il progetto “opzione donna” con il quale possono avvalersi tutte le docenti donne che hanno 35 anni di contributi e un minimo di 57 anni e tre mesi di età. La legge è presente nell'art. 1 comma.9 indicata dalla legge n.243 emanata il 23/08/2014.

Nuove leggi, pensioni posticipate e quote aumentate:


L’unico problema che affligge i pensionati però, riguarda le continue scelte e leggi di Renzi, che hanno segnato la vita lavorativa dei futuri pensionati 2016 ad aumentare ulteriormente i loro mesi di contributi da versare. Infatti dall'inizio del 2016 per poter andare in pensione è stato deciso da Renzi che, sarà obbligatorio versare altri 4 mesi in più di contributi (sia per le donne, che per gli uomini).

Purtroppo si, questo significa un nuovo aumento dell’età e una fine del lavoro, che agli occhi dei futuri pensionati non sembra arrivare mai. Infatti per gli uomini il limite è stato impostato a 66 anni e 7 mesi e per le donne con un lavoro autonomo a 66 anni e 1 mesi (inoltre secondo alcune fonti, già dall'inizio del 2016/2017 l'età pensionistica sarà alzata ulteriormente, portandola a cifra 67); mentre per tutte le donne che lavorano nel settore privato l’aumento arriverà a 65 anni e 7 mesi.

Ultime riforme pensionistiche - Le news riguardano anche i prepensionamenti, che dovranno fare i conti con la Quota 97,6 per poter uscire dal lavoro. Ciò riguarda principalmente gli esodati, che attualmente sono ancora sotto l’influenza delle vecchie norme e leggi; infatti l’aumento è di 0,3 punti, portando la quota dalla cifra attuale di 97,3 alla quota 97,6.

Nuove assunzioni in Italia e maggiori posti di lavoro vacanti per professori ormai stufi:


Le assunzioni, come ho già indicato precedentemente aumentano, per via della moltissima gente che ormai stufa dai continui cambiamenti, decide di timbrare il cartellino finale. Questo aspetto per il Governo non è un cattivo segno, visto che andando via anziani professori, si potranno assumere giovani docenti, magari svolgendo anche mansioni differenti e più aggiornate. L’unica pecca ammettono i vecchi professori (rammaricati per i giovani che gli sostituiranno) sono le nuove leggi che sottometteranno il nuovo docente a mansioni sempre diverse e nel caso dei trasferimenti, dovranno sempre essere pronti a partire senza obbiettare! Questo aspetto è vero, consentirà a moltissime cattedre vuote di essere riempite, ma non sarà la stessa cosa… perché? Semplice, essendo dei giovani docenti inesperti, bisognerà sborsare moltissimi soldi per formarli, istruirli e renderli idonei al proprio mestiere e questo il Governo non lo farà mai, visto che non vuole sborsare nemmeno un centesimo di euro.

Infatti secondo le leggi proposte, i nuovi professori, dovranno affrontare un intero anno di prova, prima di poter diventare realmente docenti di ruolo (soprattutto per gli insegnati che dovranno presentare delle materie importanti come ad esempio: inglese e tecnologia informatica) e in assenza o mancanza di formazioni, i neoassunti dovranno tornare a casa con la coda tra le gambe!

Non potendone più del cambio legge e dei continui aumenti da parte del Governo, i docenti si sentono più sicuri affrontando le proprie scelte preventive e decidendo quindi di andarsene prima che sia troppo tardi. Proprio per questo motivo migliaia di docenti e Ata hanno deciso di scappare richiedendo una pensione più bassa, ma perlomeno sicura, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.

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